venerdì 24 gennaio 2020

CORONAVIRUS: quali sono i sintomi e quanto è pericoloso il virus cinese?

virus cinese 2020

CORONAVIRUS: FACCIAMO IL PUNTO DELLA SITUAZIONE

Il virus cinese è una minaccia globale?


Molta strada è stata fatta da quando, lo scorso dicembre, alcuni abitanti della città cinese di Wuhan iniziarono ad accusare sintomi simili a quelli dell’epidemia del 2003, provocata da SARS-CoV. Grazie al sequenziamento genico, si è potuto poi constatare che il virus, appartenente al genere Coronavirus, così come i già conosciuti SARS-CoV e MERS-CoV, non fosse mai stato riscontrato prima nell’uomo.

"2019-nCoV" è il nome che gli è stato attribuito. Purtroppo però, la frenesia della ricerca scientifica è stata conseguenza della rapidità di espansione del virus stesso. Inizialmente, gli interessati sembravano tutti circoscritti a un mercato del pesce a Wuhan dove vi era la compravendita di animali vivi. In poco tempo, però, si sono registrati casi in Giappone, Thailandia, Corea del Sud, Taiwan, Hong Kong, Singapore, Vietnam, Arabia Saudita e persino a Washington, USA: l'uomo, sui trent'anni, era stato a Wuhan per un viaggio e, ritornato in patria, aveva iniziato ad accusare i primi sintomi. Ora si trova in condizioni stabili al Providence St. Joseph Health, nello stato di Washington.

Una signora sulla sessantina, di Chicago, sarebbe il secondo caso confermato di infezione negli States. Nel Regno Unito, di 14 casi sospetti, 5 sono risultati negativi, gli altri 9 sono in attesa di risultato. Le notizie si susseguono veloci come missili, e il bilancio dei casi sale. Ieri sera, l'Italia veniva interessata in prima linea per il sospetto di un caso a Bari: una cantante lirica rientrata da Wuhan aveva accusato sintomi simili-influenzali. Posta in isolamento, le prime analisi sembrerebbero escludere l'ipotesi che si tratti di 2019-nCoV, nell'attesa dei risultati di provenienza dall'Istituto Spallanzani di Roma. Secondo l’Imperial College London, il numero d’infettati dal coronavirus in Cina supera le quattromila unità, e 26 dovrebbero essere i decessi (881 è il numero dei casi ufficialmente confermati al momento della stesura di questo post).

Giorno dopo giorno, grazie all’incessante lavoro che sta occupando molti studiosi, scopriamo nuove informazioni sul temuto virus. Secondo Gao Fu, direttore generale del CDC cinese, il nuovo virus così come quello responsabile dell’epidemia di SARS, sono entrambe mutazioni dell'HKU9-1, un virus trovato nei pipistrelli della frutta, principali indagati come serbatoi. Secondo ricerche bioinformatiche più precise, invece, attraverso un’approfondita analisi dei codici genetici, un probabile ospite intermedio del virus potrebbe essere stato un serpente. Infatti, in natura, i pipistrelli sono spesso prede dei serpenti e il virus si sarebbe potuto trasmettere dai primi ai secondi e poi all’uomo. A conferma di ciò, un gruppo di studiosi ha verificato, attraverso il confronto dell’uso relativo dei codoni sinonimi (RSCU) tra 2019-nCoV e i possibili serbatoi di animali selvatici, che il 2019-nCoV stesso sembrerebbe essere un virus ricombinante tra il coronavirus del pipistrello e un coronavirus di origine ignota. Tale ricombinazione sarebbe avvenuta proprio nei serpenti. Ma mentre una foto di una ragazza cinese intenta a cibarsi di un pipistrello nonostante il pericolo sanitario, si apprestava a diventare virale, su Nature veniva avanzata l'ipotesi intenta a smentire l'interessamento dei serpenti, in quanto non ci sono dati di trasmissione della famiglia di Coronavirus in animali che non siano pipistrelli, ricci o polli. C'è da inserire, quindi, il tassello mancante in questa catena di trasmissione. Nonostante si ritenesse che il virus potesse essere trasmesso soltanto attraverso contatto con gli animali, il dottor Zhong Nanshan, capo del team cinese che sta conducendo gli studi sul nuovo virus, ha affermato che in realtà, la trasmissione può avvenire anche per contatto interumano, tramite saliva. Notizia che ha portato lo European Centre for Disease Prevention and Control - ECDC a classificare il rischio per la salute pubblica non più come "basso" ma come "moderato". In questo momento così delicato per la sicurezza mondiale, le principali organizzazioni sanitarie stanno collaborando per elaborare piani d’azione validi per il contenimento dell’attuale rischio.

La World Health Organization (WHO) sta monitorando costantemente la situazione ed è regolarmente in contatto con le autorità nazionali cinesi per fornire il supporto necessario. La situazione però è complessa. Infatti, la stessa OMS, riunitasi questo mercoledì, avrebbe dovuto rilasciare linee guida su come affrontare al meglio quest’epidemia in espansione; eppure, ha concordato su una nuova riunione per avere dati ancor più certi definendo l’emergere della malattia come "situazione complessa e in evoluzione". Per ora, la decisione è la non dichiarazione di alcuna PHEIC (Public Health Emergency of International Concern). Anche le principali testate giornalistiche sono continuamente impegnate per garantire una corretta diffusione delle informazioni. Secondo quanto riportato dal China Daily in un avviso su Twitter, Wuhan è praticamente in quarantena. I trasporti pubblici sono temporaneamente chiusi dalle 10 di giovedì e tutti i voli dall’aeroporto internazionale della città - che ha un bacino di utenza di 19 milioni di persone - sono stati cancellati per ridurre il rischio di contagio. Anche la città di Huanggang è stata chiusa al traffico e sono stati bloccati i mezzi pubblici. La stessa disposizione ha interessato, per ora, ben 12 città e un bacino d'utenza di 36 milioni di persone. I maggiori eventi pubblici che interesseranno il Paese a partire da domani 25 gennaio e per due settimane a seguire nel contesto del Capodanno, sono stati cancellati nelle città più popolose, tra cui Pechino. In Italia, il Ministero della Salute ha confermato che, come stabilito da Regolamento Sanitario Internazionale, presso l’aeroporto di Fiumicino è attiva una procedura sanitaria, gestita dall’USMAF (Uffici di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera) e SASN (Servizi Assistenza Sanitaria Naviganti), per monitorare i passeggeri dei voli che collegano il nostro Paese con Wuhan. Ciononostante, viene raccomandato di recarsi nella provincia dell’Hubei solo se strettamente necessario.

 In questo scenario sì delicato, ma che ancora non deve allarmarci oltremodo, si fa strada l’ipotesi di un nuovo vaccino per contrastare il virus. Secondo Rino Rappuoli, Chief Scientist di GSK Vaccines, nonché uno dei maggiori esperti internazionali di vaccini, la speranza risiede nel fatto che sia stata resa nota la sequenza genetica del virus. Infatti, attraverso uno dei geni che codificano le proteine di superficie dello stesso sarebbe possibile iniziare a lavorare sull’elaborazione di un vaccino; un'ulteriore tecnica sarebbe quella di prelevare un vettore virale e inserire al suo interno un gene sintetico del coronavirus.

Il Prof. Matteo Bassetti- Infettivologo, direttore della clinica di Malattie Infettive dell'Ospedale Policlinico San Martino di Genova e coordinatore del Gruppo Vaccini del Patto Trasversale per la Scienza - PTS, ricorda, però, come sviluppare un nuovo vaccino non sia affatto cosa semplice e come sia necessario del tempo per praticare le dovute sperimentazioni. Anche sul fronte antivirali c’è molto da lavorare: Il chimico scettico ci ricorda come inibitori di proteasi, inibitori di elicasi e entry inhibitors attualmente a disposizione, sembrino non funzionare contro il nuovo e temuto coronavirus. Oltre all’impegnativa ricerca sul campo diagnostico e farmacologico, necessari sono i finanziamenti economici che dovrebbero quanto prima sopraggiungere per poter permettere la realizzazione di un concreto programma di prevenzione e terapia.

Nel frattempo è bene essere informati e riconoscere i segni e sintomi provocati dal virus: questi includono febbre, tosse, cefalea e difficoltà respiratorie (attenzione però, come prima manifestazione sono possibili sintomi "atipici": nausea, vomito e diarrea, così come congiuntiviti, palpitazioni e senso di oppressione toracica, possono precedere i sovracitati!). È bene, inoltre, mantenere una corretta igiene delle mani e delle vie respiratorie, adottare pratiche alimentari sicure ed evitare il contatto ravvicinato, quando possibile, con chiunque mostri sintomi di malattie respiratorie (il CDC ha definito "un contatto ravvicinato" se all'interno di circa 1.8m). A tal proposito, a Wuhan è stato raccomandato di non fare più affidamento sulle maschere N95, poco efficaci e difficili da utilizzare, ma sostituirle con quelle chirurgiche perché pensate appositamente per bloccare l’infiltrazione delle secrezioni nasofaringee. Inoltre, sono già partiti i lavori per la costruzione di un ospedale apposito in cui trattare esclusivamente questi casi, il cui termine è stato fissato tra soli dieci giorni. Il nuovo coronavirus è stato stimato possedere un livello di contagiosità analogo a quello dell'influenza, e una mortalità inferiore all'1% o, addirittura, dieci volte minore.

Un particolare plauso va rivolto a tutti gli scienziati impegnati nell’oneroso lavoro che necessariamente sta richiedendo una scoperta di tale portata. In conclusione di trattazione ricordiamo con ammirazione Carlo Urbani, dirigente dell’OMS ad Hanoi, che non si risparmiò nel dedicare la sua vita alla scoperta del virus responsabile della SARS, ma che tristemente ne morì in data 29 marzo 2003.

Copiare su internet è legale?

copiare

Copiare su Internet è illegale? 

Si può copiare su Internet?

Posso usare il contenuto di altri sul mio blog?


Sì e si chiama embedding: una tecnica diffusissima, come copiare dal compagno di banco e prendere un buon voto. Hai presente quando cerchi una notizia online e trovi la stessa sui primi 5 o 6 siti dei risultati di Google? Ecco, si copiano a vicenda o che cosa? Sì, condividono lo stesso contenuto.

Scopriamo perché dovrebbe essere legale e come è possibile trovare notizie di prima mano e non sempre la solita roba trita e ritrita. Il copyright (ovvero la parte della legge che TUTELA – ricorda questa parola – i contenuti e chi li produce) dovrebbe proteggere anche chi copia ed incolla i testi, le foto e le immagini online. Partendo da questo la domanda sorge spontanea: come è possibile che sia “legale”? La risposta si chiama embedding e vale (parrebbe) solo sul digitale. In parlamento Europeo si sta discutendo di una regola per limitarne l’uso.

Insomma, c’è copia e copia anche nel virtuale. Scopriamo come funziona copiare da altri siti. Copiare da altri siti: la tecnica embedding L’embedding non è l’altro che (letteralmente) incorporare i contenuti di un’altra pagina web (testi, immagini, video) all’interno della propria. Copiare contenuti da altri siti dovrebbe infrangere il copyright su internet eppure… Eppure, si fa. Copiare articoli blog è una delle pratiche più diffuse tra i siti di notizie, ad esempio. Ci sono, però, delle “attenuanti”. 

Quando includi un contenuto (video o immagine o testo che sia) all’interno di un’altro siti – magari persino citando la fonte – stai violando il copyright? Nì. La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha dichiarato la pratica dell’embedding legale e non richiede l’esplicita autorizzazione del proprietario e creatore del contenuto stesso. Perché? Perché quest’ultimo, caricando il video su un sito pubblico, ha automaticamente ceduto i diritti sul contenuto stesso permettendone il libero accesso e la condivisione.

Se non si potesse più praticare l’arte di copiare su internet, questi piccoli portali ne soffrirebbero e non potrebbero più nemmeno produrre quel materiale esclusivo che li motiva ad andare avanti. Per il momento l’embedding, per quanto “sbagliato” eticamente permette – bene o male – di diffondere contenuti molte volte anche molto buoni e a noi utenti fa comodo, diciamolo. Risulta molto comodo stare online, sullo stesso portale ed avere tutto quello che ci piace e ci serve. Spesso non ci chiediamo nemmeno da dove arrivi una notizia o se sia persino veritiera. In quel caso, come si fa?

L’embedding è un esempio di copiatura ha “quasi” un valore divulgativo: possono farlo tutti (con i dovuti accorgimenti) e fa in modo che contenuti vengano diffusi e che arrivino a persone che magari non avrebbero mai letto il contenuto. Se credi che la libertà di condivisione (e, qualche volta, anche di “copiare da altri siti”) sia in pericolo e vuoi fare qualcosa per cambiare la situazione, firma la petizione che stiamo portando avanti e condividila con chi conosci!

QUESTO ARTICOLO E' TRATTO DA A http://pocheparole.it
SE REALMENTE CREDONO IN QUELLO CHE DICONO DOVREBBERO ESSERE CONTENTI CHE IO ABBIA COPIATO IL LORO CONTENUTO

venerdì 17 gennaio 2020

Differenza tra SENS e DPI: meglio sensibilità o DPI bassi?

sens o dpi

REGOLAZIONE MOUSE GAMING: SENS O DPI?

DIFFERENZA TRA SENS E DPI E COME REGOLARLI

Meglio una sens bassa o un dpi basso?
Che differenza c'è tra una sens bassa e un dpi alto o una sens alta e un dpi basso?

Partiamo da una grande verità, quando si parla di settaggi per il mouse nei videogame ci sono solo molte opinioni. Ognugno crede di aver trovato il bilanciamento perfetto tra sensibilità e DPI e vi assicurerà che i loro setteggi sono quelli giusti. In realtà nessuno sa la differenza tra settare la sensibilità in gioco oppure modificare la regolazione del mouse, i DPI appunto.

E non pensiate che i PRO gamer sappiano la differenza, diversi di loro diranno semplicemente che loro si trovano bene con quella sens e quei DPI, ma non sapranno spiegarvi la differenza. Spesso le loro scelte sono semplicemente fatte in base a quello che fanno altri giocatori. Ad esempio guardano la sens di Shroud, Pow3rtv o altri gamer e usano la loro, senza in realtà sapere la logica alla base.

Differenza tra SENS e DPI

La sensibilità del gioco è una regolazione software, già questo deve fare intendere chè è una regolazione meno precisa, e cambia da gioco a gioco. Quindi tenere la stessa sens su apex, su fortnite, PUBG ecc non ha nessun senso, perchè ogni gioco è ovviamente diverso. Essendo una regolazione software modificare la sens potrebbe non avere una variazione quantificabile precisa e riproducibile. 
In linea teorica la sens del gioco esiste solo per permettere a chi non ha un mouse da gaming di poter regolare la velocità di spostamento. In passato non esistevano mouse regolabili, quindi era necessario mettere la regolazione in gioco. Il vantaggio attuale di avere la sens è poter regolare diversi aspetti della sensibilità, come ad esempio sens diversa per ogni asse, oppure sens diversa quando mirate con il tasto destro o con armi diverse (tra un fucile assalto o un cecchino). 


I DPI, dot per inch, sono invece una regolazione hardware e corrispondono in poche parole a quanti pixel il tuo mouse si sposta per ogni pollice. Questa regolazione è definita e precisa, perchè ad ogni pollice il computer sa esattamente quanti pixel ti sei spostato. Partendo da questo presupposto, la mira è sicuramente più precisa se si usa una regolazione hardware. Per capire con un esempio pratico immaginatevi una radio, la sens è la manopola che serve girare per trovare le stazioni, mentre i DPI sono il tasto numerico sulla quale è impostata la radio.

Quali sens e DPI usare allora per il vostro mouse?

I due parametri ovviamente lavorano insieme, sono una "moltiplicazione" dei due valori (Sens DPI ratio). Sens 2 e 400 DPI sono la stessa cosa di sens 1 e 800 DPI. Quindi quale è meglio?
In realtà non c'è differenza, almeno sulla carta.
Uno dei motivi pratici per decidere cosa scegleire è ricordarsi che iDPI rimangono anche quando non giocate. Questo significa che se avete dei DPI troppo bassi, quando uscite dal gioco il mouse sarà lentissimo sul desktop. Questo aspetto tuttavia è per noi marginale perchè ci interessa solamente la prestazione in game e non su windows.

Ribadisco che non c'è nessuna differenza formale tra sens al minimo e alti DPI, rispetto a sens a cannone e DPI bassissimi. Se guardate il video in fondo all'articolo, vedrete infatti che i PRO gamer di CS vanno appunto da SENS 1 DPI 1600 a SENS 12 e 400 DPI. Questo a dimostrazione che in realtà cambia poco. 

LA EFFECTIVE SENS MEDIA DI UN PRO PLAYER è 900 (DPI x SENS in game)

Dal nostro punto di vista però, ci sentiamo di consigliare una regolazione hardware rispetto a quella software. Quindi optare per una SENS bassa e un DPI alto. Alcuni PRO infatti confermano che a parità di Effective SENS, preferiscono un DPI alto perchè sono più precisi.





lunedì 13 gennaio 2020

RAID: SHADOW LEGENDS FA SCHIFO

recensione raid
RAID: SHADOW LEGENDS - RENCESIONE

RAID: Come pubblicizzare bene un gioco brutto


Serve realmente ammettere che RAID SHADOW LEGENDS è un gioco immondizia?
Vi basta notare un dettaglio: c'è un tasto che permette al gioco di fare tutto in automatico senza che voi interveniate.
La cosa interessante che praticamente tutti i giocatori sono concordi sul fatto che RAID sia osceno, mentre molti influencer fanno vedere che sia un bel gioco. Va bene il fatto che siano sponsorizzati per farlo, ma un po di contegno. La gente non è mica stupida, la merda anche se la abbellisci quello rimane.
Potrei iniziare a descrivere tutte le schifezze che ci sono nel gioco, ma avrebbe realmente senso? Basta averlo visto per più di 5 miniti per capire che fa schifo. Ok, magari se avete 10 anni e volete vedere qualche eroe popputo allora ci sta, ma altrimenti avete problemi seri se vi piace un gioco così osceno come RAID.

Una delle cose più imbarazzanti è il tasto autoplay - praticamente il giocatore non fa assolutamente nulla e guarda il gioco funzionare in automatico. Questo vi fa capire che le capacità del giocatore sono praticamente inutili, dato che vi ritroverete a premere sempre gli stessi tasti centinaia di volte. Il bello che l'ordine in cui li premete non cambia nulla.

Sinceramente non so come RAID possa essere un gioco tra i più diffusi attualmente, per me hanno solo conteggiato le persone che lo hanno scaricato per provarlo data l'hype del momento, ma non quelli che lo hanno eliminato 5  minuti dopo (la maggior parte a mio avviso).

In effetti, passato il periodo promozionale su Twitch, non c'è più nessuno che sta giocando a Shadow legend. E ci credo, mica uno vuole far fallire il proprio canale con un gioco così schifoso!

mercoledì 1 gennaio 2020

PREVISIONI BITCOIN e ETHERUEM 2020: NUOVO RALLY SIMILE AL BITCOIN NEL 2017

critpomonete prezzo 2020

NUOVO AUMENTO DELLE CRIPTOMONETE PREVISTO PER IL 2020

Rally in arrivo per il prezzo Ethereum e bitcoin nel 2020

Un buon momento per comprare criptomonete?

Ethereum si sta lentamente abbassando verso l'area di supporto $ 125 rispetto al dollaro USA.
È probabile che il prezzo estenda le perdite fintanto che è inferiore alla resistenza di $ 132.
Esiste un canale in declino chiave che si forma con una resistenza vicino a $ 131 sul grafico orario di ETH / USD
L'ETH potrebbe diminuire nel breve termine prima di iniziare un forte rally verso $ 150 e $ 175. 

L'azione dei prezzi di Ethereum è simile a quella di Bitcoin a $ 3.000: un forte rally è imminente.
Dopo aver recuperato il livello di $ 130 alla fin del 2019, Ethereum (ETH) sta attualmente lottando per rimanere al di sopra di questo livello mentre i ribassisti tentano di assumere il pieno controllo dei mercati aggregati delle criptovalute.
È importante notare che l'attuale ribasso dell'ETH potrebbe perdere ancora nel breve termine, ma gli analisti stanno notando che l'attuale azione dei prezzi della criptovaluta sembra sorprendentemente simile a quella osservata da Bitcoin quando è stato negoziato nella regione inferiore a $ 3000 alla fine del 2018 e inizio 2019. Se questa somiglianza è valida, Ethereum potrebbe essere sul punto di incorrere in una quantità significativa di slancio verso l'alto che potenzialmente porta la criptovaluta in un mercato rialzista durante la prima parte del 2020.

prezzo eth 2020

I "bull" di Ethereum lottano per mantenere l'ETH superiore a $ 130 mentre, mentre Ethereum è sceso marginalmente al suo prezzo attuale di $ 131, il che segna un notevole calo rispetto ai massimi di più giorni di oltre $ 137 fissati lo scorso fine settimana.
È importante notare che sebbene la criptovaluta sia stata rifiutata nella regione superiore a $ 130 in concomitanza con il rifiuto di Bitcoin a $ 7.500, ETH è ancora scambiato in modo significativo dai suoi minimi settimanali di $ 125.
L'area da $ 120 a $ 125 è una regione di supporto chiave per la criptovaluta, poiché $ 120 è dove è rimbalzato durante la sua recente svendita e $ 125 è un livello che i tori stanno ardentemente difendendo nelle ultime due settimane.
HornHairs, un famoso analista di criptovalute su Twitter, ha spiegato in un recente tweet che crede che il leggero sell-off di ETH di oggi possa essere fugace, poiché ha spazzato i suoi minimi di portata ed è stato in grado di postare un rimbalzo a questo livello.

È l'inizio di un nuovo decennio e la famosa industria gemella Tyler Winklevoss, il co-fondatore e CEO della borsa di criptovalute Gemini Trust, ha condiviso le sue opinioni su ciò che i prossimi dieci anni deterranno per la criptovaluta. Secondo Winklevoss, la criptovaluta sta già diventando più di una tecnologia di nicchia e una forma di denaro, e svolgerà un ruolo essenziale nella nostra vita quotidiana nel prossimo futuro.

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Disclaimaer: le criptomonete rappresentano un investimento ad alto rischio. Queste informazioni non volgiono essere un incitamento all'investimento, ma sono solo opinioni di chi scrive.

venerdì 27 dicembre 2019

COLTIVAZIONE CANNABIS IN CASA: come stanno realmente le cose dopo la sentenza del 19 dicembre

erba uso personale legale

COLTIVARE LA CANNABIS IN CASA PER USO PERSONALE

Cosa dice la legge sulla coltivazione ad uso personale di cannabis

Posso veramente coltivare la cannabis in casa per uso personale?

La sentenza della cassazione del 19 dicembre sulla coltivazione della cannabis ad uso personale non afferma che adesso è legale coltivare erba come i titoli dei giornali vogliono fare credere. Scrivere "non è più reato coltivare la cannabis" è falso ed ha il solo scopo di mettere un titolo click-bait per gli utenti. Come il 90% delle notizie sulla cannabis.
Andiamo quindi a vedere cosa realmente dice la sentenza della cassazione del 19 dicembre 2019 sulla coltivazione per uso personale di marijuana e capire se è diventato legale coltivare cannabis.

La coltivazione rimane sempre un reato, ciò che cambia è se le quantità sono "modestissime", la strumentazione utilizzata rudimentale e lo scopo l'uso personale, allora la coltivazione di cannabis diventa lecita.
Quello che i "giornalisti" non spiegano, è che a stabilire se la quantità siano modestissime, la strumentazione utilizzata rudimentale e lo scopo puramente quello per uso personale, sarà comunque un giudice a stabilirlo.
In altre parole, se le forze dell'ordine si accorgono di una coltivazione di cannabis o se un vicino vi denuncia perchè ha visto delle piante, ci sarà comunque un processo per stabilire i punti di cui sopra. Bisognerà quindi dimostrare oggettivamente che il quantitativo è modesto, l'uso personale e gli strumenti rudimentali.
Per i possessori di una grow box infatti, le cose potrebbero andare male a prescindere. Utilizzare lampade, impianti di areazione e una growroom, non sono certo "strumenti rudimentali".

E non pensiate che coltivando una sola pianta allora sarete tranquilli, perchè nelle mani di un esperto, una singola pianta può dare un raccolto abbondante, superiore ai 100 grammi. Un quantitativo difficilmente dimostrabile essere puramente per consumo personale e sicuramente non modestissimo. Inoltre, non c'è nessuna menzione al raccolto, infatti nel caso di ritrovamento di piante e cannabis in stato di conservazione, le cose cambiano molto, dato che si incorre nel reato di detenzione e possibile spaccio.

Per i giudici infatti "il reato di coltivazione di stupefacenti è configurabile indipendentemente dalla quantità di principio attivo ricavabile nell'immediatezza" ma devono però "ritenersi escluse, in quanto non riconducibili all'ambito di applicazione della norma penale, le attività di coltivazione di minime dimensioni svolte in forma domestica, che, per le rudimentali tecniche utilizzate, lo scarso numero di piante, il modestissimo quantitativo di prodotto ricavabile, la mancanza di ulteriori indici di un loro inserimento nell'ambito del mercato degli stupefacenti, appaiono destinate in via esclusiva all'uso personale del coltivatore".

Questo significa che sicuramente, in condizioni ben particolari nella quali ad esempio le piante sono piccole, non ancora mature e in assenza di un raccolto dimostrabile, le persone non avranno più una condanna per coltivazione. Però rimangono sempre i reati di detenzione e spaccio. I quali rimangono presenti quando si trova qualcuno in possesso di stupefacente.

mercoledì 18 dicembre 2019

CANNABISCIENZA: recensione del portale sulla cannabis terapeutica

portale cannabis

Cannabiscienza: il portale di divulgazione scientifica sulla cannabis medica

La nostra recensione: vale la pena acquistare il master di cannabiscienza?


Voglio ricordare che tutti i master che non sono organizzati dall’università o in collaborazione con essa o che anche, se prevedono forme di collaborazione con università e atenei non sono strutturati come previsti dalla riforma universitaria (e quindi non hanno come titolo in uscita il diploma di master universitario di I o II livello) non sono master legalmente riconosciuti. Questo ha particoalre importanza nel settore sanitario, dove solo ciò che è riconosicuto per legge può essere utilizzato ai fini professionalizzanti.
Cannabiscienza fornisce un corso a pagamento che tratta diversi aspetti della cannabis medica, da argomenti di pertinenza botanica, a dettagli sulle preparazioni farmaceutiche. Numerosi sono i contenuti prodotti dal portale, sia in formato video, sia testuale. La revisione sulle pubblicazioni scientifiche riguardanti la cannabis sono numerose e ben eseguite. Il contenuto e l'idea di base di fornire un servizio informativo sulla cannabis è quindi sicuramente positivo.

Il punto fondametale è però un altro: perchè devo pagare Cannabiscienza per avere informazioni disponibili gratuitamente?

Formalmente cannabiscienza riorganizza e rende disponibile al pubblico nozioni e informazioni sulla cananbis già attualmente disponibili da altre fonti, come ad esempio pubblicazioni scientifiche, libri, convegni, ecc. Il lavoro è sicuramente importante, impegnativo e time consuming, ma siamo sicuri sia anche utile? 
Dal nostro punto di vista nel web sono già disponibili alternative altrettanto valide che informano il pubblico su questi argomenti, sopratutto per un pubblico già formato come gli operatori sanitari.  I medici o gli specialisti possono tranquillamente cercare su database scientifici le informazioni specifiche che necessitano. Vale la pena quindi spendere 900 euro per un corso che non è valido per gli ECM e non è neppure legalmente professionalizzante?

Voglio ricordare infatti che tutti i master che non sono organizzati dall’università o in collaborazione con essa o che anche, se prevedono forme di collaborazione con università e atenei non sono strutturati come previsti dalla riforma universitaria (e quindi non hanno come titolo in uscita il diploma di master universitario di I o II livello) non sono master legalmente riconosciuti. Questo ha particolare importanza nel settore sanitario, dove solo ciò che è riconosicuto per legge può essere utilizzato ai fini professionalizzanti.

Il certificato che rilasciano non è quindi equiparabile ad un master universitario. Quindi per la legge non è possibile utilizzarlo come titolo per accedere a concorsi pubblici o qualifiche particolari. Il certificato rilasciato è semplicemente un attestato di partecipazione al corso. In altre parole è come se mi guardassi tutta la serie di games of thrones commentata da 10 esperti del settore e poi nel mio studio appendessi un quadro con su scritto: "Esperto di trono di spade". Posso tranquillamente farlo, ma a che scopo?
I master non universitari hanno importanza in settori come l'economia e la finanza, dove partecipare a corsi organizzati da aziende importanti viene ben visto dalle aziende. Sul piano delal sanità pubblica invece, solo i corsi universitari hanno un ruolo per il curriculum.

Riassumendo, il servizio offerto da cannabiscienza è interessante, ben curato e sicuramente vale i soldi che costa, ma è anche utile?
Cosa cambia se mi guardo su youtube un corso altrettanto valido sulla cannabis, e poi mi stampo un certificato che attesta che lo ho seguito? Sul piano legislativo nulla.




Se lo scopo è quindi ottenere dei titoli per miglioare il proprio curriculum, molto meglio frequentare un corso organizzato dall'università, come quello che si svolge all'università di Padova: https://www.unipd.it/cannabis-medicinale

Se invece lo scopo è semplicemente informarsi sulla cannabis medica e non abbiamo nè tempo nè voglia di cercare su google le informazioni, allora cannabiscienza è una buona alternativa.


domenica 15 dicembre 2019

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venerdì 13 dicembre 2019

SAFILO e SARDINE: quali sono i collegamenti?


dipendenti safilo

Perchè le Sardine non protestano per la Safilo?

Mescolare arogmenti diversi come le Sardine e il licenziamento dei dipendenti della Safilo è tipico degli analfabeti funzionali

Partiamo dal presupposto che le proteste dei dipendenti di una azienda che chiude sono a prescindere senza senso. Il posto fisso garantito dallo stato esiste sono nel comunismo più duro. Il libero mercato funziona sul rischio di impresa. Un signore apre una azienda e assume dei dipendenti. Se l'azienda non funziona o se il propietario vuole licenziare è suo diritto farlo.
Se ai dipendenti non va bene questo meccanismo si aprissero una bella partita IVA, creando una società e iniziassero fare i titolari. Altrimenti ti cerchi un altro lavoro come qualsiasi altra persona del mondo.
I dipendenti della Safilo protestano per cosa? Per lo stato che dovrebbe pagare per farvi lavorare con le tasse di tutti? Per quale motivo? Elemosina?
Lo stato può e deve garantire che ci sia un sistema di assunzioni legale e che i diritti dei lavoratori siano garantiti. STOP. Non garantire il posto fisso a prescindere.

Veniamo all'argomento SARDINE. A quelli che affermano "perchè le SARDINE non protestano per i dipendenti licenziati?" rispondo così:

Le due cose non c'entrano un cazzo. E' come chiedere perchè il movimento NO-VAX non protesta anche per la fame del mondo. Il movimento delle SARDINE è mosso dal principio di contrastare un modo di pensare tipico delle destre italiane sovraniste e populiste. Non ci azzecca nulla con il perchè una azienda licenzia i propri dipendenti. Tra l'altro l'assistenzialismo statale alle aziende è tipico di un pensiero di sinistra. Quelli che parlano senza connettere il cervello, dovrebbero al massimo protestare contro la Lega che è al goverso in Friuli. Almeno un minimo di logica in quello che dite.

Inoltre ognuno protesta per quello che gli pare, Non vedo queste persone struggersi in strada per i dipendenti della SAFILO. Scrivere cazzate su facebook non è esattamente una forma di solidarietà, ma è semplicemente una scoreggia mentale.

sabato 7 dicembre 2019

DOVE COMPRARE BITCOIN IN MODO ANONIMO: AGGIORNATO 2020

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COME ACQUISTARE CRIPTOMONETE SENZA DOCUMENTI NEL 2020

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Parliamoci seriamente, spesso chi vuole comprare criptomonete non vuole risultare da nessuna parte.
Ci sono milioni di guide che spiegano come compare Bitcoin in modo anonimo, cioè senza inviare i propri documenti privati come la carta di identità o la patente. Nessuna di esse però fornisce una reale soluzione. Siti come CoinMama o LocalBitcoin sono inutili, perchè richiedono sempre l'ID. Probabilmente chi scrive queste guide manco controlla quello che scrive. Infatti in Europa è praticamente impossibile trovare una piattaforma che non chieda i documenti.

Per fortuna ho trovato una soluzione che finalmente funziona: Switchere.

 Switchere permette di acquistare fino a 100 euro di bitcoin semplicemente usando una mail. Non serve quindi invare nessun documento privato. Se poi siete disposti a verificare l'account con il numero di cellulare la soglia arriva fino a 500 euro.
Sicuramente i limiti sono bassi, ma è l'unica soluzione attualmente possibile per poter acquistare bitcoin senza usare documenti.

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mercoledì 4 dicembre 2019

Quanta plastica si produce in un anno?

plastica prodotta nel mondo

LA PLASTICA PRODOTTA IN UN ANNO: 350 MILIONI DI TONNELLATE

LA PLASTICA ACCUMULATA NEL TEMPO: OLTRE 7 MILIARDI DI TONNELLATE

Sei ancora convinto che il tuo contributo per il pianeta faccia la differenza?

Nella mia università hanno da poco installato le colonnine dell'acqua per "risparmiare" sulle bottigliette di plastica. Sicuramente un bel gesto, ma del tutto inutile. Credete veramente di aiutare l'ambiente non comprando più bottiglie di plastica?
A parte che quelle bottiglie verranno prodotte in ogni caso, l'impatto di un gesto del genere è nullo. Badate bene che anche se tutta la popolazione italiana da domani non usasse più la plastica, la Cina da sola ne spreca circa 60 milioni di tonnellate all'anno. 
Se lo fate per principio non c'è problema, ma non credete di stare realmente cambiando il mondo.

Le parole dell'Unione Europea sono di una ipocrisia unica. Frans Timmermans, primo vicepresidente responsabile per lo sviluppo sostenibile, ha dichiarato:
"Se non modifichiamo il modo in cui produciamo e utilizziamo le materie plastiche, nel 2050 nei nostri oceani ci sarà più plastica che pesci. Dobbiamo impedire che la plastica continui a raggiungere le nostre acque, il nostro cibo e anche il nostro organismo. L'unica soluzione a lungo termine è ridurre i rifiuti di plastica riciclando e riutilizzando di più. Si tratta di una sfida che i cittadini, le imprese e le amministrazioni pubbliche devono affrontare insieme. Con la strategia dell'UE sulla plastica stiamo inoltre propugnando un nuovo modello di economia più circolare. Occorre investire in nuove tecnologie innovative che proteggano i nostri cittadini e mantengano il nostro ambiente sicuro, senza farci rinunciare alla competitività della nostra industria."

Jyrki Katainen, vicepresidente responsabile per l'occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività, ha dichiarato: "Con la strategia sulla plastica stiamo gettando le basi per una nuova economia circolare della plastica e orientando gli investimenti in questo senso. In tal modo contribuiremo a ridurre i rifiuti sulla terra, nell'aria e nei mari, offrendo al contempo nuove opportunità per l'innovazione, la competitività e un'occupazione di alta qualità. L'industria europea ha la grande occasione di sviluppare una leadership mondiale nelle nuove tecnologie e materiali e i consumatori hanno la possibilità di compiere scelte consapevoli a favore dell'ambiente: è un'occasione per tutti."

Ogni anno gli europei generano 25 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica, ma meno del 30 % è raccolta per essere riciclata. Nel mondo, le materie plastiche rappresentano l'85 % dei rifiuti sulle spiagge. Le materie plastiche raggiungono anche i polmoni e le tavole dei cittadini europei, con la presenza nell'aria, nell'acqua e nel cibo di microplastiche i cui effetti sulla salute umana restano sconosciuti. Basandosi sui lavori precedenti della Commissione, la nuova strategia europea sulla plastica affronterà la questione in modo diretto. La strategia sulla plastica di oggi cambierà la progettazione, la realizzazione, l'uso e il riciclaggio dei prodotti nell'UE: troppo spesso il modo in cui le materie plastiche sono attualmente prodotte, utilizzate e gettate non permette di cogliere i vantaggi economici derivanti da un approccio più circolare e arreca danni all'ambiente. Il duplice obiettivo è quello di tutelare l'ambiente e, al tempo stesso, di porre le basi per una nuova economia delle materie plastiche, in cui la progettazione e la produzione rispettano pienamente le necessità del riutilizzo, della riparazione e del riciclaggio e in cui sono sviluppati materiali più sostenibili. L'Europa è nella posizione migliore per guidare tale transizione e questo approccio sarà fonte di nuove possibilità di innovazione, competitività e creazione di posti di lavoro. Con la strategia sulla plastica, la Commissione ha adottato un quadro di monitoraggio, costituito da una serie di dieci indicatori chiave che coprono tutte le fasi del ciclo, che misurerà i progressi compiuti nella transizione verso un'economia circolare a livello nazionale e di UE.

Bellissime parole, ma nessuno dice che CINA + STATI UNITI = 100 milioni di tonnellate di plastica all'anno. Quindi l'impatto globale dell'europa sull'ecosistema mondo è ridicolo.