COLTIVARE LA CANNABIS IN CASA PER USO PERSONALE
Cosa dice la legge sulla coltivazione ad uso personale di cannabis
Posso veramente coltivare la cannabis in casa per uso personale?
La sentenza della cassazione del 19 dicembre sulla coltivazione della cannabis ad uso personale non afferma che adesso è legale coltivare erba come i titoli dei giornali vogliono fare credere. Scrivere "non è più reato coltivare la cannabis" è falso ed ha il solo scopo di mettere un titolo click-bait per gli utenti. Come il 90% delle notizie sulla cannabis.
Andiamo quindi a vedere cosa realmente dice la sentenza della cassazione del 19 dicembre 2019 sulla coltivazione per uso personale di marijuana e capire se è diventato legale coltivare cannabis.
La coltivazione rimane sempre un reato, ciò che cambia è se le quantità sono "modestissime", la strumentazione utilizzata rudimentale e lo scopo l'uso personale, allora la coltivazione di cannabis diventa lecita.
Quello che i "giornalisti" non spiegano, è che a stabilire se la quantità siano modestissime, la strumentazione utilizzata rudimentale e lo scopo puramente quello per uso personale, sarà comunque un giudice a stabilirlo.
In altre parole, se le forze dell'ordine si accorgono di una coltivazione di cannabis o se un vicino vi denuncia perchè ha visto delle piante, ci sarà comunque un processo per stabilire i punti di cui sopra. Bisognerà quindi dimostrare oggettivamente che il quantitativo è modesto, l'uso personale e gli strumenti rudimentali.
Per i possessori di una grow box infatti, le cose potrebbero andare male a prescindere. Utilizzare lampade, impianti di areazione e una growroom, non sono certo "strumenti rudimentali".
E non pensiate che coltivando una sola pianta allora sarete tranquilli, perchè nelle mani di un esperto, una singola pianta può dare un raccolto abbondante, superiore ai 100 grammi. Un quantitativo difficilmente dimostrabile essere puramente per consumo personale e sicuramente non modestissimo. Inoltre, non c'è nessuna menzione al raccolto, infatti nel caso di ritrovamento di piante e cannabis in stato di conservazione, le cose cambiano molto, dato che si incorre nel reato di detenzione e possibile spaccio.
Per i giudici infatti "il reato di coltivazione di stupefacenti è configurabile indipendentemente dalla quantità di principio attivo ricavabile nell'immediatezza" ma devono però "ritenersi escluse, in quanto non riconducibili all'ambito di applicazione della norma penale, le attività di coltivazione di minime dimensioni svolte in forma domestica, che, per le rudimentali tecniche utilizzate, lo scarso numero di piante, il modestissimo quantitativo di prodotto ricavabile, la mancanza di ulteriori indici di un loro inserimento nell'ambito del mercato degli stupefacenti, appaiono destinate in via esclusiva all'uso personale del coltivatore".
Questo significa che sicuramente, in condizioni ben particolari nella quali ad esempio le piante sono piccole, non ancora mature e in assenza di un raccolto dimostrabile, le persone non avranno più una condanna per coltivazione. Però rimangono sempre i reati di detenzione e spaccio. I quali rimangono presenti quando si trova qualcuno in possesso di stupefacente.
Quello che i "giornalisti" non spiegano, è che a stabilire se la quantità siano modestissime, la strumentazione utilizzata rudimentale e lo scopo puramente quello per uso personale, sarà comunque un giudice a stabilirlo.
In altre parole, se le forze dell'ordine si accorgono di una coltivazione di cannabis o se un vicino vi denuncia perchè ha visto delle piante, ci sarà comunque un processo per stabilire i punti di cui sopra. Bisognerà quindi dimostrare oggettivamente che il quantitativo è modesto, l'uso personale e gli strumenti rudimentali.
Per i possessori di una grow box infatti, le cose potrebbero andare male a prescindere. Utilizzare lampade, impianti di areazione e una growroom, non sono certo "strumenti rudimentali".
E non pensiate che coltivando una sola pianta allora sarete tranquilli, perchè nelle mani di un esperto, una singola pianta può dare un raccolto abbondante, superiore ai 100 grammi. Un quantitativo difficilmente dimostrabile essere puramente per consumo personale e sicuramente non modestissimo. Inoltre, non c'è nessuna menzione al raccolto, infatti nel caso di ritrovamento di piante e cannabis in stato di conservazione, le cose cambiano molto, dato che si incorre nel reato di detenzione e possibile spaccio.
Per i giudici infatti "il reato di coltivazione di stupefacenti è configurabile indipendentemente dalla quantità di principio attivo ricavabile nell'immediatezza" ma devono però "ritenersi escluse, in quanto non riconducibili all'ambito di applicazione della norma penale, le attività di coltivazione di minime dimensioni svolte in forma domestica, che, per le rudimentali tecniche utilizzate, lo scarso numero di piante, il modestissimo quantitativo di prodotto ricavabile, la mancanza di ulteriori indici di un loro inserimento nell'ambito del mercato degli stupefacenti, appaiono destinate in via esclusiva all'uso personale del coltivatore".
Questo significa che sicuramente, in condizioni ben particolari nella quali ad esempio le piante sono piccole, non ancora mature e in assenza di un raccolto dimostrabile, le persone non avranno più una condanna per coltivazione. Però rimangono sempre i reati di detenzione e spaccio. I quali rimangono presenti quando si trova qualcuno in possesso di stupefacente.
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