martedì 5 settembre 2017

Malaria a Bibione: Falso allarmismo



Dire che una bambina morta di malaria è stata in vacanza a Bibione, senza avere la certezza che abbia contratto la malattia al mare, oltre che falso è pure meschino.
A nostro avviso rientra addirittura nei termini di "procurato allarme": chiunque, annunziando disastri, infortuni o pericoli inesistenti, suscita allarme presso l'Autorità, o presso enti e persone che esercitano un pubblico servizio, è punito con l'arresto fino a sei mesi o con l'ammenda da euro 10 a euro 516.


Analizziamo invece i fatti: una bambina contrae una malattia che in Italia non esiste dato che la zanzara che è necessaria alla sua diffusione, non vive da noi (alcuni esemplari esistono, ma sono veramente pochi). Il punto fondamentale è che: supponendo anche che la zanzara autoctona possa aver trasmesso la malattia, quello che non si spiega è come la malaria sia finita in quella zanzara.
La zanzara, infatti, per poter trasmettere la malattia, deve pungere una persona che ha la malaria (in Italia praticamente nessuno), dato che la funzione della zanzare è infettare le persone.
Come è possibile quindi che una zanzara infetta abbia punto la bambina?
Chi ha punto prima di infettare la bambina?

Una informazione fondamentale che molti giornali omettono per creare allarmismo, è che "la bimba prima di arrivare a Brescia era stata in ospedale a Portogruaro, poi a Trento, per un esordio di diabete infantile, [...] e conferma che in uno dei giorni del ricovero della piccola a Trento erano presenti, in un'altra stanza, due bambini con la malaria. [fonte Repubblica.it ]

La cosa più probabile quindi è che durante il ricovero in ospedale, una zanzara che girava per i reparti abbia punto i bambini ammalati di malaria e che poi la stessa zanzara abbia punto anche la bambina.
Questo evento è decisamente molto più probabile che una singola zanzara spuntata dal nulla ed infetta dalla malaria, abbia deciso di farsi un giro a Bibione e di pungere solo quella bambina.

Se fossi la città di Bibione chiederei i danni per aver diffuso notizie non confermate, che sicuramente creeranno allarmismo.

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