martedì 22 gennaio 2019

SE SEI POVERO MA ABITI COI GENITORI NIENTE REDDITO DI CITTADINANZA

reddito di cittadinanza per i ricchi

REDDITO DI CITTADINANZA: favorisce i ricchi e penalizza i poveri



SEI UNO STUDENTE SENZA REDDITO E VUOI IL REDDITO DI CITTADINANZA? 

TI PIACEREBBE USCIRE DI CASA ED ABITARE PER CONTO TUO MA NON HAI SOLDI?

PENSAVI CHE CON IL REDDITO DI CITTADINANZA POTESSI ANDARE A VIVERE DA SOLO?

LA TUA FAMIGLIA SI MANTIENE CON LA PENSIONE DELLA NONNA?



Mi spiace per te ma purtroppo niente reddito di cittadinanza, neppure se il tuo ISEE è inferiore a 9.360, soglia massima per ottenere il reddito.
Questo perchè il secondo parametro per ottenere il reddito di cittadinanza è che il reddito complessivo familiare non superi i 6000 euro annui per i single, aumentato di 2400 euro per ogni componente familiare, ma fino ad un massimo di 12.600 euro.
Questo significa che se i vostri genitori prendono una pensione anche di 600 euro al mese, il reddito complessivo familiare supera la soglia massima e il reddito non vi spetta.

Moltissime persone, sopratutto ragazzi disoccupati che sono costretti a vivere a casa mantenuti dai genitori pensionati, non riveceranno nulla. Badate bene che stiamo parlando di pensioni bassissime, ad esempio un famiglia composta da 3 persone dove solo il padre riceve 850 euro al mese (cosa frequente), risulterebbe lo stesso con un reddito troppo alto. Ditemi voi se con 850 euro in 3 persone uno riesce a vivere in modo decente, sopratutto se magari c'è anche un affitto da pagare.

I figli a carico dei genitori pensionati sono tagliati fuori

In poche parole, i cosiddetti "bamboccioni", che in realtà sono la maggior parte dei ragazzi disoccupati, che sono costretti a vivere con la pensione dei genitori o addirittura dei nonni, che se fossere da soli avrebbero diritto al reddito di cittadinanza, in questo modo non otterranno nulla.


La fregatura che anche se cambiate residenza o sciogliete il nucleo familiare per diventare indipendenti, la dichiarazione dei redditi valida ai fini del calcolo del reddito è quella dell'anno precedente. Quindi se per il 2018 risultate a carico dei vostri genitori, ormai siete fregati.

La beffa è che se una famiglia ricca, dove ad esempio entrambi i genitori prendono una pensione di 3000 euro a testa, fanno vivere il figlio in un appartamento pagato da loro e non lo includono nel nucleo familiare fiscale, il figlio risulta a reddito zero, non a carico e prenderà il reddito di cittadinanza lo stesso. La stessa famiglia unita, con una pensione da fame, invece niente reddito. Equo no?

giovedì 17 gennaio 2019

REDDITO DI CITTADINANZA: le sanzioni per chi non rispetta le regole

reddito di cittadinanza multa

 Cause di decadenza e sanzioni per il reddito di cittadinanza

Articolo 7 del Decreto Reddito di Cittadinanza

Di seguito tutte le multe e i casi in cui il reddito di cittadinanza (RdC) cessa di essere erogato anche se ne avete diritto:

 1. Chiunque, al fine di ottenere o mantenere il beneficio, mediante l’utilizzo o la presentazione di dichiarazioni o di documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero mediante l’omissione di informazioni dovute, consegue indebitamente il RdC è punito con la reclusione da due a sei anni. Alla condanna in via definitiva consegue la revoca del beneficio con efficacia retroattiva. Il beneficiario dichiarato decaduto è tenuto alla restituzione di quanto indebitamente percepito. Il beneficio non può essere nuovamente richiesto prima che siano decorsi dieci anni dalla condanna.

2. L’omessa comunicazione di variazione del reddito, anche qualora derivante dallo svolgimento di attività lavorativa irregolare, al fine di evitare la revoca del beneficio è punita con le medesime sanzioni di cui al comma 1.

3. Fermo quanto previsto dal comma 1, la decadenza dal RdC è disposta quando l’amministrazione erogante accerta la non corrispondenza al vero delle dichiarazioni e delle informazioni poste a fondamento dell’istanza. L’accertamento della non corrispondenza al vero determina la revoca del beneficio con efficacia retroattiva. Il beneficiario decaduto è tenuto alla restituzione di quanto indebitamente percepito. Il beneficio non può essere nuovamente richiesto prima che siano decorsi dieci anni dalla revoca del beneficio.

4. È disposta la decadenza dal Rdc, altresì, quando uno dei componenti il nucleo familiare: a) non sottoscrive il Patto per il lavoro ovvero il Patto per l’inclusione sociale, di cui all’articolo 4, commi 7 e 11, ad eccezione dei casi di esclusione ed esonero; b) non partecipa, in assenza di giustificato motivo, alle iniziative di carattere formativo o di riqualificazione o ad altra iniziativa di politica attiva o di attivazione, di cui all’articolo 20, comma 3, lettera b) del decreto legislativo n. 150 del 2015 e all’art. 9, comma 3, lettera e) del presente decreto; c) non aderisce ai progetti di cui all'articolo 4, comma 14, nel caso in cui il comune di residenza li abbia istituiti; d) rifiuta un’offerta di lavoro congrua, dopo averne già rifiutate due, ovvero, indipendentemente, dal numero di offerte precedentemente ricevute, rifiuta una offerta congrua dopo il dodicesimo mese di fruizione del beneficio, ai sensi dell’articolo 4, comma 8, lettera b), numero 5); e) non effettua le comunicazioni di cui all’articolo 3, comma 9, ovvero effettua comunicazioni mendaci producendo un beneficio economico del Rdc maggiore; f) non presenta una DSU aggiornata in caso di variazione del nucleo familiare ai sensi dell’articolo 3, comma 11.

5. La decadenza dal beneficio è inoltre disposta nel caso in cui il nucleo familiare abbia percepito il beneficio economico del Rdc in misura maggiore rispetto a quanto gli sarebbe spettato, per effetto di dichiarazione mendace in sede di DSU ovvero altra dichiarazione nell’ambito della procedura di richiesta del beneficio, incluse le comunicazioni di cui all’articolo 3, comma 10, fermo restando il recupero di quanto versato in eccesso.

6. In caso di mancata presentazione, in assenza di giustificato motivo, alle convocazioni di cui all’articolo 4, commi 5 e 10, da parte anche di un solo componente il nucleo familiare, si applicano le seguenti sanzioni: a) la decurtazione di una mensilità del beneficio economico in caso di prima mancata presentazione; b) la decurtazione due mensilità alla seconda mancata presentazione; c) la decadenza dalla prestazione, in caso di ulteriore mancata presentazione.

7. Nel caso di mancata partecipazione, in assenza di giustificato motivo, alle iniziative di orientamento di cui all’articolo 20, comma 3, lettera a) del decreto legislativo n. 150 del 2015, da parte anche di un solo componente il nucleo familiare, si applicano le seguenti sanzioni: a) la decurtazione di due mensilità, in caso di prima mancata presentazione; b) la decadenza dalla prestazione in caso di ulteriore mancata presentazione.

8. In caso di mancato rispetto degli impegni previsti nel Patto per l’inclusione sociale relativi alla frequenza dei corsi di istruzione o di formazione da parte di un componente minorenne ovvero impegni di prevenzione e cura volti alla tutela della salute, individuati da professionisti sanitari, si applicano le seguenti sanzioni: a) la decurtazione di due mensilità dopo un primo richiamo formale al rispetto degli impegni; b) la decurtazione di tre mensilità al secondo richiamo formale; c) la decurtazione di sei mensilità al terzo richiamo formale; d) la decadenza dal beneficio in caso di ulteriore richiamo.

9. L’irrogazione delle sanzioni diverse da quelle penali e il recupero dell’indebito, di cui al presente articolo, è effettuato dall’INPS. Gli indebiti recuperati nelle modalità di cui all’articolo 38, comma 3, del decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122 del 2010, al netto delle spese di recupero, sono riversate dall’INPS all’entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate al Fondo del Reddito di Cittadinanza. L’INPS dispone altresì, ove prevista la decadenza dal beneficio, la disattivazione della Carta Rdc.

10. In caso di decadenza dal beneficio ai sensi del presente articolo, il Rdc può essere richiesto dal richiedente ovvero da altro componente il nucleo familiare solo decorsi diciotto mesi dalla data del provvedimento di decadenza, se non previsto diversamente. Nel caso facciano parte del nucleo familiare componenti minorenni o con disabilità, come definita a fini ISEE, il termine di cui al primo periodo è ridotto a sei mesi.

11. I centri per l’impiego e i comuni comunicano alle piattaforme di cui all’articolo 6, al fine della messa a disposizione dell’INPS, le informazioni sui fatti suscettibili di dar luogo alle sanzioni di cui al presente articolo, ivi compresi i casi di cui all’art. 10, comma 3, lettera e), entro e non oltre cinque giorni lavorativi dal verificarsi dell’evento da sanzionare. L’INPS, per il tramite delle piattaforme di cui all’articolo 6, mette a disposizione dei centri per l’impiego e dei comuni gli eventuali conseguenti provvedimenti di decadenza dal beneficio.

12. La mancata comunicazione dei fatti suscettibili di dar luogo alle sanzioni di decurtazione o decadenza della prestazione determina responsabilità disciplinare e contabile del funzionario responsabile, ai sensi dell’articolo 1 della legge 14 gennaio 1994, n. 20.

13. Nei casi di dichiarazioni mendaci e di conseguente accertato illegittimo godimento del Rdc, i centri per l’impiego, i comuni, l’INPS, l’Agenzia delle entrate, l’INL, preposti ai controlli e alle verifiche, trasmettono, entro dieci giorni dall’accertamento, all'autorità giudiziaria la documentazione completa del fascicolo oggetto della verifica.

14. I comuni sono responsabili delle verifiche e dei controlli anagrafici, attraverso l’incrocio delle informazioni dichiarate ai fini ISEE con quelle disponibili presso gli uffici anagrafici e quelle raccolte dai servizi sociali e ogni altra informazione utile per individuare omissioni nelle dichiarazioni o dichiarazioni mendaci al fine del riconoscimento del RdC.

sabato 5 gennaio 2019

ALIMENTAZIONE LIFE 120 : la dieta che non fa vivere 120 anni

life 120 bufala

LA DIETA LIFE 120 INVENTATA DA UN AVVOCATO

GLI ALIMENTI LIFE 120 SONO LA VERA SOLUZIONE AD OGNI MALATTIA?

IL METODO DI PANZIRONI LIFE 120 FA REALMENTE VIVERE 120 ANNI?

Le teorie di Adriano Panzironi, che voglio ricordare non è un medico, ma un avvocato, prendono spunto da informazioni mediche note, ma vengono strumentalizzate per trarre conclusioni errate e portare acqua al proprio mulino. Il suo metodo è quello di raccontare parziali verità in modo da confondere i non addetti al settore e dare una parvenza di autorevolezza al discorso.



Prima di entrare nel vivo del discorso ricordo che Panzironi non è un medico, ma un avvovato e giornalista. L’Antitrust lo ha condannato a una multa di oltre 500 mila euro per pubblicità occulta e divulgazione antiscientifica. E' stato stabilito infatti che il sito internet LIFE 120 e la sua trasmissione televisiva - Cerca Salute -  non è divulgativa, ma è propaganda finalizzata alla vendita degli integratori alimentari LIFE 120 di cui Panzironi è socio. Inoltre le informazioni riportate sono ingannevoli, perchè sottendono che usando i suddetti integratori si possano curare malattie anche gravi, quando questo è falso e non è stato dimostrato. 

Ecco perchè il metodo LIFE 120 non serve a nulla

La teoria alla base di LIFE 120 è che l'acidosi cellulare è dannosa (in particolare Panzironi sostiente che l'acido piruvico lo sia), che il consumo di carboidrati induce l'acidosi cellulare e che quindi il consumo di carboidrati è dannoso. Peccato che siano baggianate.

Non voglio annoiarvi con nozioni base di biologia, ma nel caso siano passati troppi anni dalle scuole dell'obbligo, è opportuno fare un breve ripasso per capire quanto le teorie di Panzironi siano state inventate. 
Il metabolismo cellulare è basato sul glucosio e il suo primo passaggio è la glicolisi anaerobica. In questo passaggio si produce ATP (l'energia delle cellule) e una molecola di acido piruvico. Questo "acido" viene poi utilizzato nel famosissimo ciclo di Krebs per produrre altra energia. Il processo poi si conclude con la fosforilazione ossidativa.

L'acido piruvico NON è dannoso, anzi è necessario per il metabolismo. In presenza di ossigeno, situazione normale di ogni cellula, non c'è accumulo di nessuno tipo di acido. Anche se ci fosse accumulo di piruvato, diventerebbe acido lattico che verrebbe metabolizzato dal fegato (banalmente quello che avviene quando si fa esercizio fisico).

Ergo, il consumo di carboidrati non è causa di accumolo di acido e non è causa di nessuna delle malattie indicate da Panzironi. Se riuscisse a dimostrare una assurdità del genere vincerebbe il Nobel in una settimana.

Per rigor di cronaca, un consumo ECCESSIVO di carboidrati è un fattore di rischio per alcune patologie, in particolare del diabete ( cosa nota a tutti). Inoltre, un consumo eccessivo di zuccheri fa aumentare i livelli di colesterolo, molto di più di un consumo elevato di grassi (come invece si credeva in passato). 

Dunque non esistono le vere causa o le false cause delle malattie: la verità è ciò che la scienza ha dimostrato fino ad oggi. O meglio, ciò che non ha ancora smentito. Quindi, se non si conosce la causa di un qualcosa, non basta inventarsi una teoria strampalata per colmare quel vuoto.

Qualsiasi dieta deve contenere almeno il 50% dei carboidrati. Questo non è qualche persona dirlo, ma TUTTO IL MONDO ACCADEMICO. Questo perchè altrimenti si provocano squilibri nutrizionali che nelle fasi iniziali possono anche far dimagrire (si pensi alla dieta Dukan basata su un approto solo proteico), ma alla lunga sono dannosi all'organismo.

Panzironi purtroppo non è l’unico ad inventarsi teorie strane sull'alimentazione. Si riporta il commento esaustivo  di Barbara Paolini, medico dietologo della UOSA Dietetica e Nutrizione Clinica dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese e vicesegretario dell’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione clinica: "Lemme e poi Mozzi, promotore della dieta dei gruppi sanguigni che, eliminando interi gruppi di alimenti con il rischio di gravi carenze nutrizionali, si propone come cura per l’artrite reumatoide e numerose altre patologie; sono nomi che conosciamo tutti perché sono venuti allo scoperto dopo indagini e denunce, ma gli altri? Basta guardarsi intorno: le palestre e i centri estetici sono i principali luoghi in cui vengono diffusi con facilità, da persone non competenti, consigli dietetici e spesso integratori di supporto”.

AGGIORNAMENTO APRILE 2019: PANZIRONI MULTATO NUOVAMENTE PER 264MILA EURO!

L'Antitrust punisce nuovamente Adriano Panzironi con una multa di 264mila euro.
Siamo compiaciuti che la segnalazione del Ministro della sanità Giulia Grillo abbia prodotto una sanzione per l'emittente che trasmette i suoi deliri, questa volta da parte dell'Agcom. Ma non può bastare il governo non può continuare a fare orecchie da mercante contro queste pericolosissime false diffusioni a mezzo televisivo: ne va della vita e della salute dei cittadini
Così ha commentato il deputato di Fratelli d'Italia Giovanni Donzelli,dopo aver visto sull'emittente tv "Life 120" un signore dichiare di essere "guarito dal tumore" grazie a Panzironi.